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Malesco é stato nei secoli il più popoloso paese della Valle Vigezzo. Le sue origini risalgono probabilmente alla preistoria; di epoca romana si sono rinvenute: tombe, suppellettili e il lastricato di una antica via. La tradizione architettonica vigezzina trova anche in questo comune conferma della sua elegante bellezza, mentre gli affreschi di Giovanni Valtorta nella chiesa parrocchiale e i dipinti di Giuseppe Maria Borgnis all'oratorio del Gabbio, ricordano che ci troviamo nella "Valle dei Pittori". La vicina Valle Loana è inoltre tra le mete più conosciute per chi vuole compiere escursioni nel Parco Nazionale della Val Grande.
A Malesco, è presente, nei locali del Museo archeologico del Parco Nazionale Val Grande, una esposizione permanente dedicata alla pietra ollare e agli scalpellini. Il Museo è parte dell'Ecomuseo della pietra ollare e degli scalpellini. La frazione di Zornasco vanta la presenza di un'altra delle "cellule" dell'ecomuseo, il mulino "dul Tacc": esso è dotato di un frantoio particolarmente utilizzato, un tempo, per la frantumazione della fibra della canapa, preziosissima in Val Vigezzo, perché coltivata per tessere la tela con la quale si facevano camicie e lenzuola. Sempre legata all'Ecomuseo è l'esposizione tematica sul maleschese Giovan Maria Salati, il primo uomo ad aver attraversato la Manica a nuoto, all'interno del Lavatoio comunale di Malesco.
In Val Loana, una delle principali porte di accesso al Parco, vi sono affioramenti di marmo bianco (loc. Lago del Marmo) e cave di calcare nero grafitoso, che un tempo era utilizzato per fare la calce. Per essere cotto doveva stare al fuoco per otto giorni nelle fornaci, ancora oggi visibili e restaurate pochi anni fa.
In Val Loana vi sono anche affioramenti di pietra ollare. La maggior parte degli affioramenti di pietra ollare si trova in località poco facilmente raggiungibili. Non è così per alcuni massi in Valle Loana, in località Curgibin. Si trovano lungo la strada che da Malesco sale lungo la Valle Loana, poco a valle di Fondo li Gabbi. Un vecchio pannello metallico inciso richiama l'attenzione sopra al muro di contenimento in cemento della strada. Qui è ben visibile un masso che reca i segni evidenti di estrazione di blocchi per la lavorazione di laveggi al tornio, che appaiono come grandi fori circolari di diversa profondità. Alcuni blocchi superiori non sono stati interamente estratti, lasciando intuire le modalità con cui l'artigiano li estraeva attraverso un lavoro di precisione, per evitare che si fratturassero.
Nel 1990 su territorio di proprietà comunale è stata istituita l'Oasi naturalistica "Pian dei Sali". L'area si estende per circa 22 ettari ed è protetta da vincolo paesaggistico ed è gestita dal WWF in collaborazione con il Comune.
Nel capoluogo si possono visitare:
A Zornasco:
A Finero:
Oasi del WWF: Prima di raggiungere Finero, l'altra frazione di Malesco, si incontra l'Oasi del WWF, a Pian dei Sali, un'area pianeggiante che si apre dopo i tornanti di Scopello. L'Oasi si caratterizza come un tipico ambiente umido di montagna. La specie anfibia maggiormente diffusa è la rana temporaria, le cui peculiarità sono il mantello bruno-arancio e l'adattabilità che le permette di vivere anche oltre i 2500 metri.