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"Cavrèsc", come ancora oggi è chiamato dai suoi abitanti, è un grazioso paese adagiato sul fianco della valle, lungo una delle vie d'accesso al Parco.
Oggi Caprezzo è raggiunto da una comoda strada carrozzabile e pochi ricordano che ancora all'inizio del '900 vi si arrivava esclusivamente a piedi, quando comunque iniziava già ad essere frequentato come luogo di villeggiatura estiva tanto che qualche anno prima, nel 1897, sulla "Guida di Pallanza", a proposito di Caprezzo si leggeva: «Ecco una passeggiata veramente saluberrima e dilettevole, ricca di svariatissimi punti pittoreschi, ed anche (malgrado la strada mulattiera) non tanto faticosa da eseguirsi».
Il paese, fin dai tempi più remoti, era diviso in due nuclei abitativi: "Vico" e "Al Corte"; il primo era individuabile nella parte alta, sopra alla chiesa parrocchiale, il secondo poco più in basso, a ridosso dei pochi terreni coltivabili.
Uno spazio vitale strappato al bosco, su ripidi versanti della montagna modellati dall'uomo nel corso dei secoli. Erano campi terrazzati, nei quali si coltivavano segale, miglio, orzo, canapa a cui si aggiunsero, dopo il XVIII secolo, le patate. Viti, noci e alberi da frutto completavano il paesaggio agrario. Fuori dall'abitato il bosco, con esemplari secolari di castagno - "l'albero del pane"... - e, più in sù, verso il Pian Cavallone, estese faggete e verdi pascoli.
Oggi, passeggiando per le vie di Caprezzo, non si può non restare piacevolmente sorpresi di fronte a recenti restauri urbanistici che hanno permesso di conservare angoli suggestivi del paese come le sue vie acciottolate, i due lavatoi, le cappelle di Prè e da Runch.
Nella piazza alta la "Cà Burùs" è sottolineata dal triplice ordine di loggiati dalla prospettiva curiosa: è un bell'esempio d'architettura rurale montana.
Meritevole di una visita è l'Oratorio della Madonna delle Grazie, la "Madonnina", al cui interno è conservata una copia del quadro "Madonna della Misericordia" del noto pittore caprezzese Baldassare Verazzi (1819-1886) famoso per il quadro dedicato alle Cinque Giornate di Milano (Museo del Risorgimento, Milano). Il percorso è scandito dalle cappelle della Via Crucis, costruite nel 1700. Ben inserita nel contesto paesaggistico è la parrocchiale intitolata a San Bartolomeo, con il gradevole spazio antistante il pronao e la massiccia torre campanaria a far da sentinella al centro abitato. Altri affreschi di pittori locali come Enrico Francioli e lo stesso Verazzi appaiono sulle facciate delle case e all'interno di piccole cappelle.
Dal paese una strada carrozzabile conduce a Cappella Porta, area attrezzata e punto di partenza per piacevoli escursioni. Da qui hanno inizio il sentiero natura "All'ombra degli abeti" e il "Sentiero per tutti". Il primo di questi itinerari si snoda tra i boschi fino alla bella pineta che conduce al Piancavallone.
Nel 2008 il paese ha vissuto un momento di ribalta nazionale con la pubblicazione su "Il Sole 24 Ore" di un articolo dedicato ai comuni più "attrattivi" d'Italia, ossia a quelli che - secondo i dati ISTAT relativi all'anno 2006 - risultavano aver fatto registrare il maggior incremento demografico in rapporto alla propria popolazione, e Caprezzo era al secondo posto della classifica dei piccoli comuni. Un buon biglietto da visita per un caratteristico borgo che offre tranquillità, un clima mite, testimonianze del passato e la possibilità di numerose passeggiate lungo i sentieri del Parco Nazionale della Val Grande.
Nel capoluogo si possono visitare: